• racconti

    Il talismano (sei gradi di separazione)

    Ero regina in un’epoca remota, avevo un talismano – pietre preziose incastonate in una collana di bronzo, fuso con una tecnica tanto nuova da dare il nome alla nostra età –, attirava su di me fortuna, amore, potere, ricchezza e prosperità per il mio popolo, faceva crescere il grano, favoriva la caccia, e io ero venerata come una divinità, la dea della rinascita, sedevo sul trono da molte primavere e ogni anno si compiva il miracolo, ogni volta ringraziavo il talismano con un rito magico che lo potenziava, così ordinai che me lo lasciassero addosso una volta giunto il tempo della mia sepoltura, nella speranza che riuscisse a far rinascere…

  • racconti

    Verso mezzogiorno

    Passa da me. Vorrei salutarti. Messaggi da papà. Il vetro si è illuminato: flash di una macchina fotografica – ho fatto appena in tempo a leggere. Sul computer si sta concludendo un film d’epoca, avanguardia démodé. Nel finale, un uomo schiaffeggia un suo amico perché si è presentato senza abito al suo matrimonio – la telecamera segue la traiettoria della mano come se ci fosse attaccata. Termina col buio, obbiettivo coperto dalla guancia dell’inetto. Mentre i titoli di coda strisciano dal basso verso l’alto sullo schermo nero, lo sposo bestemmia.  Stronzo, scostumato, gli dice.  Dopo mezz’ora il telefono vibra di nuovo.  Potresti venire per pranzo. L’ultima volta che sono andato…

  • recenvista

    Distopia pop. Una distopia non troppo distopica

    Mi aggiravo tra gli scaffali della libreria cercando un testo che instillasse leggerezza, perché il mese di gennaio mi mette malinconia, di cosa poi chissà. E ho sempre freddo. E vivo a Roma, come faranno nella Tundra? Mah. È così che ci siamo trovati, anche se già conoscevo lui, il libro, Distopia Pop, e lei, l’autrice, Francesca Guercio. Il titolo assicurava allegria. Così ce ne siamo andati via insieme fino alla mia poltrona di lettura. Siamo stati qualche giorno mano nella mano e lui mi ha fatto ridere mantenendo la promessa, ma non sempre, perché, dietro l’ironia e certe frasi sardonicamente polemico-lapidarie della protagonista, il libro ha anche una missione:…

  • racconti

    Patina

    Lei non sa che la osservo.  Piega il capo e guarda in basso. Parte del braccio è nascosta dal fianco opaco della lavastoviglie. Immagino le dita arrossate sul bicchiere. Penso a ciò che non vedo. Intuisco la tensione del trapezio e il braccio che si piega sotto la manica della camicia. Quando sono uscito, una delle prime cose che ho fatto è stata cercare una pizzeria. Non una qualsiasi. Avevo un’idea precisa. Pannelli di legno scuro, àncore e cordoni, vedute di ceramica con le crepature sui bordi. Desideravo una luce gialla, un odore vago di fumo e pesce e la claustrofobia lieve di un locale con l’entrata stretta.  Alla fine…

  • racconti

    La meccanica della precisione

    “Sono io, Cassandra. / (…) E questi i miei nastri e la verga di profeta. / E questa è la mia testa piena di dubbi. / È vero, sto trionfando. / I miei giusti presagi hanno acceso il cielo. / Solamente i profeti inascoltati / godono di simili viste. Solo quelli partiti con il piede sbagliato. (…) / Guardatevi dall’alto delle stelle – gridavo (…) / È andata come dicevo io. / Però non ne viene nulla. / E questa è la mia veste bruciacchiata. / E questo è il mio ciarpame di profeta. / E questo è il mio viso stravolto. Un viso che non sapeva di poter essere…

  • editoriale

    Ottobre: Krònos, il Titano Tempo e la dualità umana

    Ho letto, da qualche parte, che la morte e il tempo sembrano essere temi cari agli scrittori. Pare che scrivere [e a volte proprio scrivere di loro, della morte e del tempo] aiuti a esorcizzare l’incombenza [il tempo] di sparire dalla faccia della terra [la morte] e sperare di lasciare una minima traccia di memoria nella vita di altri comuni mortali che non siano solo i propri parenti. Al momento per me la morte resta una misteriosa assenza da guardare di sottecchi, da lontano e con ossequioso rispetto e timore. Il tempo invece è proprio un’ossessione. O meglio: la sensazione di non averne abbastanza. Non nascondo che mi sono ritrovata…

  • editoriale

    Luglio, gli albori di Guernica

    Gli inizi, per me, sono sempre un dramma. Alzarmi dal letto o principiare qualunque attività – escluse quelle di piacere s’intende – equivale a dimostrare il postulato secondo cui cominciare è sinonimo di un macigno trasportato da un punto a verso un punto b su una superficie pari a settantamila anni luce. Insomma, una cosa difficilissima che richiede tempo [tanto]. Certo, ammetto che alla fine, sposta che ti ri-sposta, il pesante fardello da un numero imprecisato di tonnellate, si scopre poco più che un sassolino. E allora si vola.  Nel complesso meccanismo dello start, non fa eccezione la scrittura: capire come attirare da subito l’attenzione del lettore, è cosa ardua.…

  • editoriale

    Giugno, i miei sogni esclusivi

    Giugno è il mio mese. Ho scritto qualche minuto fa sul mio taccuino. Poi, invece di motivare la mia affermazione, ho concentrato l’attenzione su un dettaglio. Ho preso quindi il vocabolario e ho cercato mio. Aggettivo e pronome possessivo. Indica “proprietà, possesso” sia nel significato giuridico del termine [seguono una serie di esempi], sia nel valore molto più ampio di “appartenenza” o “relazione” tanto dal punto di vista fisico o morale [altri esempi] quanto dal punto di vista affettivo […]; nello specifico quest’ultimo è riscontrabile in alcuni costrutti in cui a prima vista sembrerebbe superfluo e che denotano “attaccamento” o “consuetudine”. Oltre al valore di aggettivo può avere anche il…

  • racconti

    La scrivania

    L’amministratore condominiale è un uomo con un cappello e un cappotto sempre addosso, porta gli occhiali e lo chiamano ingegnere perché forse in un passato, da qualche parte, ha studiato o forse perché ingegnere è solo una variante altrettanto vuota dell’appellativo dottore. L’amministratore condominiale ha sulle sue spalle questo palazzo, che muta volto ogni giorno, bestia feroce e carcassa vuota, a volte mi chiedo se faccia più paura il vuoto che lo invade o la gente che maldestramente lo abita.  Si regge in piedi in un ammasso colloso di polemiche e accuse su chi ha fatto gocciolare il bucato sul balcone di chi e su chi ha rigato la macchina…