• racconti

    Tranne un piccolo particolare

    Non ho tempo da perdere, le cose cambiano alla velocità della luce e devo stare sempre sul pezzo. Sono talmente occupata a generare idee che quando mi imbatto in discussioni scomode e noiose taglio corto inventando balle gigantesche. La fortuna ha il suo peso: nascere in Africa, in Asia o in Sud America avrebbe pregiudicato ogni velleità, a meno di non chiamarsi Luna come mia sorella. Pure con altri genitori poteva finire in modo diverso. Alfredo e Silvia sono due persone senza grilli per la testa. Quando sono nata, mio padre aveva quarantatré anni; il lavoro di impiegato alla municipalizzata lo impegnava sei ore e mezzo dal lunedì al sabato,…

  • racconti

    Azù

    Se qualcuno potesse domandarmi da quanti anni esisto, non saprei cosa rispondere. Probabilmente da sempre o, meglio, da quando tutto intorno a me vive.  La casa dove ho abitato era spaziosa: un salone, una camera da letto luminosa con l’affaccio sul cortile, la cucina con il tavolo di marmo, il lavabo e la finestrella sopra i fornelli.  Un lungo corridoio con le mattonelle di graniglia; in fondo lo studio e la grande libreria con lo scrittoio, il leggio e, sopra al soffitto, la botola per salire nel lucernaio a guardare i tetti delle case. Lassù in silenzio ho osservato le forme della luce. Non conoscevo ancora il tempo degli umani…

  • Spazitralerighe

    Pedagni a mare

    Mi sono impelagata in una bella impresa, penso. Dove bella fa il doppio gioco e in base a come mi sento significa prima che l’impresa è bella e poi che è difficile, o l’opposto; oppure mi dice soltanto che l’impresa è proprio un casino e come mi è venuto in mente.  Mi è venuto in mente che per quanto difficilissimo penso sia necessario provarci. Mi è venuto in mente che non provarci solo perché l’appiattimento da iperconnessione ipermedia ipersocial è ormai incontrollato non è una buona ragione e non ne trovo una abbastanza valida per non rischiare. Eppure è vero, tremendamente vero: tutti in piattaforma siamo scrittori, tutti siamo poeti,…

  • racconti

    Assunta e Zeffira

    Come molti bambini italiani ho avuto due nonne di cui, per fortuna, non porto i nomi: Zeffira e Assunta.  Per quanto provi a ricordare, mi tornano alla mente solo le differenze fra di loro. Le stesse che, ai miei occhi di bambina, le caratterizzavano come dee mitologiche oppure inarrivabili esseri ibridi. Zeffira era sempre la più elegante quando mi aspettava all’uscita di scuola. Piccola e magra, profumava come una signora. Non mi sorrideva mai davanti a tutti e non mi dava baci, in compenso mi sistemava i capelli e i vestiti. A denti stretti, mi diceva – Dritta con la schiena!  Quando camminavamo in paese, salutava pure le signore che…

  • racconti

    Il talismano (sei gradi di separazione)

    Ero regina in un’epoca remota, avevo un talismano – pietre preziose incastonate in una collana di bronzo, fuso con una tecnica tanto nuova da dare il nome alla nostra età –, attirava su di me fortuna, amore, potere, ricchezza e prosperità per il mio popolo, faceva crescere il grano, favoriva la caccia, e io ero venerata come una divinità, la dea della rinascita, sedevo sul trono da molte primavere e ogni anno si compiva il miracolo, ogni volta ringraziavo il talismano con un rito magico che lo potenziava, così ordinai che me lo lasciassero addosso una volta giunto il tempo della mia sepoltura, nella speranza che riuscisse a far rinascere…

  • racconti

    Verso mezzogiorno

    Passa da me. Vorrei salutarti. Messaggi da papà. Il vetro si è illuminato: flash di una macchina fotografica – ho fatto appena in tempo a leggere. Sul computer si sta concludendo un film d’epoca, avanguardia démodé. Nel finale, un uomo schiaffeggia un suo amico perché si è presentato senza abito al suo matrimonio – la telecamera segue la traiettoria della mano come se ci fosse attaccata. Termina col buio, obbiettivo coperto dalla guancia dell’inetto. Mentre i titoli di coda strisciano dal basso verso l’alto sullo schermo nero, lo sposo bestemmia.  Stronzo, scostumato, gli dice.  Dopo mezz’ora il telefono vibra di nuovo.  Potresti venire per pranzo. L’ultima volta che sono andato…

  • recenvista

    Distopia pop. Una distopia non troppo distopica

    Mi aggiravo tra gli scaffali della libreria cercando un testo che instillasse leggerezza, perché il mese di gennaio mi mette malinconia, di cosa poi chissà. E ho sempre freddo. E vivo a Roma, come faranno nella Tundra? Mah. È così che ci siamo trovati, anche se già conoscevo lui, il libro, Distopia Pop, e lei, l’autrice, Francesca Guercio. Il titolo assicurava allegria. Così ce ne siamo andati via insieme fino alla mia poltrona di lettura. Siamo stati qualche giorno mano nella mano e lui mi ha fatto ridere mantenendo la promessa, ma non sempre, perché, dietro l’ironia e certe frasi sardonicamente polemico-lapidarie della protagonista, il libro ha anche una missione:…

  • racconti

    Patina

    Lei non sa che la osservo.  Piega il capo e guarda in basso. Parte del braccio è nascosta dal fianco opaco della lavastoviglie. Immagino le dita arrossate sul bicchiere. Penso a ciò che non vedo. Intuisco la tensione del trapezio e il braccio che si piega sotto la manica della camicia. Quando sono uscito, una delle prime cose che ho fatto è stata cercare una pizzeria. Non una qualsiasi. Avevo un’idea precisa. Pannelli di legno scuro, àncore e cordoni, vedute di ceramica con le crepature sui bordi. Desideravo una luce gialla, un odore vago di fumo e pesce e la claustrofobia lieve di un locale con l’entrata stretta.  Alla fine…

  • racconti

    La meccanica della precisione

    “Sono io, Cassandra. / (…) E questi i miei nastri e la verga di profeta. / E questa è la mia testa piena di dubbi. / È vero, sto trionfando. / I miei giusti presagi hanno acceso il cielo. / Solamente i profeti inascoltati / godono di simili viste. Solo quelli partiti con il piede sbagliato. (…) / Guardatevi dall’alto delle stelle – gridavo (…) / È andata come dicevo io. / Però non ne viene nulla. / E questa è la mia veste bruciacchiata. / E questo è il mio ciarpame di profeta. / E questo è il mio viso stravolto. Un viso che non sapeva di poter essere…