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Carta e forbice
Ciò che amo, delle illustrazioni, è l’immediatezza. Saper dire senza dire, narrare con un solo gesto a matita, una macchia di colore o un insolito incastro di frizzanti ritagli. Penso a questo mentre scendo le scale e attraverso gli spazi bianchi della nostra redazione. Lo studio grafico è al piano di sotto, ormai manca poco.E manca poco anche al nostro secondo numero.È già passato quasi un anno.Questa è una mattinata di pensieri ad alta voce e, inevitabilmente, di ricordi. Con la memoria torno a settembre, a quella mattina troppo calda per essere autunnale, piena di sorprese e piccole meraviglie. Arrivata al piano terra mi fermo, provando a sentire di nuovo…
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Come una pecora
Il tessuto si appiccica alla pelle, insisto, sale ma di poco. Inizio a respirare forte, mi sento un ippopotamo in mezzo allo spogliatoio, i vestiti flosci di sconosciute appesi tutt’intorno. Mi fanno venire in mente i conigli che mio zio scuoiava prima di cucinarli. Io in una piscina non ci sono mai entrata, e sì che spesso toccava a me sorvegliare gli alunni nell’ora di nuoto. Li portavamo alla piscina comunale con il pulmino della scuola, una scatola di latta che si gonfiava di urla. C’era sempre qualcuno che piangeva. Sono quasi tutti secchi i ragazzini a quell’età, dei mucchietti di ossa tenuti insieme male. Li guardavo che si tuffavano,…
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Suicidio di D.
Nel febbraio scorso, D. rimase chiuso nel suo vecchio appartamento per cinque giorni senza né mobili né gas né corrente, in uno stato d’isolamento totale. Sei mesi dopo, appena compiuti i quarant’anni, si tolse la vita. Non ci fu nessun evento tale da giustificare una simile decisione, anzi: stando al parere della compagna Michela sembrava uno dei periodi “più felici dell’intera relazione”; e difatti fu lei, non capacitandosi del suicidio, a richiedere un’indagine poliziesca, la quale acclarò che “senza ombra di dubbio” (così l’ispettore) D. s’era ammazzato: era stato lui a comprare la corda – lo documentano le telecamere del negozio di bricolage del quale era cliente da anni –,…
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di guerra, carne e amore
“E così lasciava delle tracce verbali che indicavano […] la strada”Europeana, Patrik Ourednik Era dove il cielo scendeva. Un punto prima, una linea mossa poi. Hanno questa abitudine di confondersi i punti e le linee. Per non parlare delle nuvole, buone a diventare forme bislacche, come le tavole con le quali gli psicologi ti dicono se vuoi andare per davvero a letto con tua madre, oppure se lo dici solo per ridere in classe, per riempire il tempo.Quel giovedì, mio padre decise di rivelarmi la ragione dei micro-movimenti delle sue labbra. Deve aver pensato che mi mancavano 73 giorni al diciottesimo compleanno ed ero grande abbastanza per capire. Rincasò dal…