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Distopia pop. Una distopia non troppo distopica
Mi aggiravo tra gli scaffali della libreria cercando un testo che instillasse leggerezza, perché il mese di gennaio mi mette malinconia, di cosa poi chissà. E ho sempre freddo. E vivo a Roma, come faranno nella Tundra? Mah. È così che ci siamo trovati, anche se già conoscevo lui, il libro, Distopia Pop, e lei, l’autrice, Francesca Guercio. Il titolo assicurava allegria. Così ce ne siamo andati via insieme fino alla mia poltrona di lettura. Siamo stati qualche giorno mano nella mano e lui mi ha fatto ridere mantenendo la promessa, ma non sempre, perché, dietro l’ironia e certe frasi sardonicamente polemico-lapidarie della protagonista, il libro ha anche una missione:…
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Patina
Lei non sa che la osservo. Piega il capo e guarda in basso. Parte del braccio è nascosta dal fianco opaco della lavastoviglie. Immagino le dita arrossate sul bicchiere. Penso a ciò che non vedo. Intuisco la tensione del trapezio e il braccio che si piega sotto la manica della camicia. Quando sono uscito, una delle prime cose che ho fatto è stata cercare una pizzeria. Non una qualsiasi. Avevo un’idea precisa. Pannelli di legno scuro, àncore e cordoni, vedute di ceramica con le crepature sui bordi. Desideravo una luce gialla, un odore vago di fumo e pesce e la claustrofobia lieve di un locale con l’entrata stretta. Alla fine…