
In volo
Oggi il quadrato della finestra si è allargato; sono uscita, finalmente.
Quando è successo ho fatto fatica a crederci ma dovevo, perché all’improvviso ho sentito tanti odori diversi, e avevo freddo e poi caldo sulla pelle.
E le voci dei bambini, gli strilli, e gli spintoni che mi hanno dato senza accorgersene. Una bambina doveva essersi nascosta sotto la mia sdraio, forse giocando a nascondino, perché sentivo il suo ansimare leggero, a un passo da me. Pochi minuti, poi è corsa via.
Ho sentito parlare i medici, questo sì: portiamola fuori, tanto ormai… è uscito il sole, almeno lo sente, dovrebbe percepirlo. Mi hanno messa sotto il ciliegio, il profumo dei fiori quasi mi stordiva. Un pensiero gentile.
E poi mi sono addormentata nuovamente. Ma questa volta era diverso. Nei sogni vedevo; invece stavolta non vedevo nulla, tutto buio. Ho avuto un po’ paura, ho sentito qualcosa che si rompeva come un cristallo.
Quindi ho iniziato a volare, ma in tondo, perché non ero capace. In mezzo ai rami, fra le foglie verdi, fra i fiori, anzi, nei fiori. Sbattevo qua e là, poi ho trovato l’equilibrio. Aggrappata a un petalo, ho guardato in basso e ho visto i bambini, la sdraio, i camici bianchi che parlottavano sereni intorno a me; nulla di imprevisto. Poi mi hanno portata via; sono scesa a curiosare, mi sono posata un attimo sul mio naso, ma un attimo solo: un camice mi ha allontanato. Allora di nuovo su, sul ciliegio, tra le foglie verdi, i fiori bianchi, il muschio sui rami, il vento caldo, la corteccia liscia. La primavera, ho pensato, è scoppiata davvero, ma non l’ho proprio pensato, l’ho sentito, vissuto, l’ho ronzato, ero io la primavera, ero felice. Mi sono resa conto che vedevo nuovamente; mi sono fermata un attimo a osservarmi le zampine, piene di polline, e le ali: questa non me l’aspettavo, ho pensato. Sono scesa tra i bambini, a volo radente sull’esercito bianco e giallo delle margherite, tra i rami storti del glicine, sui gerani del balcone, il mio balcone. I miei gerani rossi, finalmente li vedo, mica male, ero brava, sono brava, sono felice, felice, felice.
Marco Tosi
Editing di Silvia Penso e Piergiorgio Andreani


